Episodio 1 - La Strega Tensione
C’era una volta, in un paese lontano, lo scintillante Regno di Statica.
Se vi state immaginando foreste incantate, draghi o principi a cavallo, vi sbagliate di grosso.
Statica era quanto di più moderno e tecnologico la mente umana potesse pensare: era la città automatica.
A statica non c’era desiderio che non potesse essere esaudito con un marchingegno elettronico. Troppo caldo? la temperatura della tua stanza si abbassava con il solo gesto di una mano. Senza parcheggio? Non temere: a statica bastava lasciare le chiavi inserite e l’automobile parcheggiava da sola! Voglia di pizza alle tre di notte? Schioccavi le dita e un drone era pronto a lasciarti davanti a casa una buona margherita fumante. Per non parlare dei giochi! Skate volanti, pattini a razzi supersonici, intere squadre di calcio in stadi virtuali e bambole talmente belle da sembrare vere!
Nel Regno di Statica tutto era acceso e pronto a servirti. Sempre. In ogni momento della giornata.
Tutta questa meraviglia tecnologica funzionava grazie alle miniere dell’Energia Infinita su cui la città era sorta.
A capo della città c’era Re Fosco. Aveva ereditato il trono e le miniere dal padre, ma dal padre non aveva certo ereditato
il vigore e l’intraprendenza. Re Fosco, infatti, era l’uomo più pigro del reame, oltre che il meno coraggioso.
Regnava dalla sua poltrona massaggiante, in pantofole e vestaglia, con il telecomando della tv al posto dello scettro,
un dolcetto e un buon bicchiere di vino sempre a portata di mano.
Tutto a statica sembrava scorrere alla perfezione: i suoi abitanti, coccolati e pure un po’ viziati dalla comodità,
vivevano tranquilli senza dare problemi.
Ma come nelle migliori favole, non possiamo di certo già essere al “vissero felici e contenti”.
Ecco cosa accadde prima dell’inizio della nostra storia.
Poco distante dal Regno di Statica viveva una Strega di nome Tensione.
Aveva i tipici poteri di una strega di tutto rispetto: conosceva pozioni e
sortilegi, sapeva avvelenare le mele, trasformare gli antipatici in scarafaggi pelosi,
ma aveva sostituito la cara vecchia scopa con una spider cabriolet rossa fiammante e si era persino fatta rifare il naso!
Se ne andava in giro strizzata in un sontuoso vestito, portando al dito un anello con un grosso diamante luminoso.
Questo anello era la fonte del suo vero potere. La magia di Tensione, infatti, si nutriva di energia: senza una ricarica
costante attraverso l’anello, i suoi poteri diventavano sempre più deboli fino a sparire. Anche se ora aveva un delicato nasino alla francese, il fiuto era rimasto quello di un tempo: se c’era una cosa che non sfuggiva a Tensione era l'odore dell’energia sprecata.
“Quegli stupidi umanoidi!” - diceva infilandosi le scarpe e correndo veloce alla sua macchina - “non riescono a sentirlo,
ma ogni volta che si dimenticano una luce accesa, una finestra aperta con il riscaldamento acceso, si sprigiona un odorino che mi solletica il naso!
Io riesco a fiutarlo, anche a chilometri di distanza! So che lì, c’è sicuramente dell’energia da rubare”.
Così una sera, mentre svolazzava con la sua spider con capote abbassata e capelli al vento, capitò casualmente proprio sopra il
Regno di Statica. “Per tutti i sortilegi malvagi! Che profumo fortissimo!!” Abbassò il finestrino, guardò giù e la vide.
Un tripudio di luci e colori! Statica dall’alto sembrava un gigantesco albero di Natale:
i suoi abitanti, abituati com’erano a pensare che la corrente fosse infinita, non si erano mai fatti il problema che tutta
quell’energia andasse realmente sprecata e quindi fosse un pericoloso richiamo per le streghe mangia energia.
Tensione sterzò bruscamente, e scese in picchiata verso il Regno di Statica.