Episodio 4 - Giacomino Cortocircuito
Giacomino Cortocircuito, era un vero disastro. Era la goffaggine fatta persona, anzi, fatta bambino. Difficilmente gli altri bambini lo invitavano a giocare perchè qualsiasi cosa Giacomino toccasse, la si ritrovava in pezzi. Non lo faceva apposta: la curiosità di capire come fossero fatte le cose era più forte di lui... e quale miglior modo di capire il funzionamento di un oggetto, che smontare ogni suo singolo pezzo?
Capelli a caschetto, pantaloni costantemente strappati e inseparabile cestino porta oggetti, Giacomino si era guadagnato il soprannome di Cortocircuito proprio perchè, quando non era da Nonna Alice con Iride, trascorreva le giornate nel luogo della città che preferiva in assoluto: il campo delle pile scariche.
Nonostante il nome possa evocare scenari sinistri e poco divertenti, il campo delle pile scariche era dove gli abitanti di Statica avevano accumulato tutti gli apparecchi a cui serviva energia per funzionare, divenuti totalmente inutili dopo la venuta della perfida Strega Tensione.
Sorgeva proprio sul confine della città tanto che la spessa cupola anti energia cadeva, come un arcobaleno grigio, esattamente su uno dei lati del campo. Il campo delle pile scariche poteva essere scambiato per un labirinto, le cui pareti erano composte da televisori, frullatori, motorette elettriche, bambole parlanti, lavatrici e forni a microonde. Un enorme negozio di elettrodomestici, tutti stranamente spenti.
Per Giacomino era il Paradiso.
Prima di tutto era l’unico luogo dove potesse mettersi a smontare le cose senza essere rimproverato, visto che a nessuno importava più niente di quegli oggetti polverosi e senza vita. In più poteva unire la sua passione nello smontare le cose, alla curiosità per l’Energia e tutte le strane storie che Nonna Alice raccontava a lui e a Iride.
Giacomino era affascinato, più che dai racconti di colori e ambienti scintillanti che a Iride facevano battere il cuore, dalla parte tecnologica di questi strani oggetti. Era incredibile pensare che potesse esistere una forza misteriosa capace di dar vita e rendere funzionanti quei mucchi di vetro, plastica e cavi.
E poi c’era il progetto segreto. Non ne aveva fatto parola nemmeno con Iride, non perché si vergognasse, ma perché voleva farle una sorpresa. Erano mesi, che Giacomino raccoglieva materiale, custodiva il tutto nel suo cestino e ogni volta che ne aveva l’occasione, correva al campo e provava a far combaciare tutti i pezzi. Giacomino, infatti, si era accorto che molte batterie, contenute negli oggetti in disuso, non erano completamente scariche. La loro carica, di certo, non era più sufficiente per far funzionare una macchinina radiocomandata, o una bambola parlante, ma era convinto che se fosse riuscito ad unire tutta la loro energia rimasta, sarebbe stato in grado di far funzionare qualcosa. Aveva collezionato tutte le batterie che era riuscito a rintracciare e le aveva collegate in quella che chiamava "Giacomina - la Super Pila". Alla Super Pila aveva connesso una fila di lucine recuperate da un vecchio albero di Natale. Chissà che figurone avrebbero fatto nel piccolo teatro, in cui lui e Iride amavano giocare nella biblioteca di nonna Alice!
Non stava più nella pelle: fantasticava sullo stupore di Iride, quando le lucine si sarebbero accese per davvero e “non per finta”, come alla fine di ogni loro storia.
Non rimaneva che provare la sua super pila, prima di organizzare la sorpresa vera e propria.
Un ultimo controllo ai collegamenti, e … tre, due, uno: lucine connesse!
Gli occhi di Giacomino furono colti da un bagliore scintillante a cui decisamente non era abituato. Il tutto durò pochi secondi: un lampo chiaro, improvviso, e poi via via più debole, fino a spegnersi completamente.
“Nooooooo” urlò Giacomino, che sentiva la delusione crescere dentro di lui: tutti quei mesi a raccogliere materiale e tutta la sua pazienza e dedizione lo avevano portato a solo tre miseri tre secondi di luce.
Stava quasi per mettersi a piangere, quando, alzando la testa verso la cupola, si rese conto che il suo esperimento aveva avuto conseguenze impreviste ma molto, molto interessanti!