Episodio 11 - Si torna a casa!
Un bellissimo tramonto, in tutte le sfumature dal viola all’arancio stava accompagnando il loro lavoro. Guardandoli da lontano non si poteva pensare ad un gruppo più strambo: tre ragazzini e una fatina svolazzante dai capelli blu, affaccendati attorno alla cupola della penombra.
“Questa volta ci siamo per davvero” disse Iride in tono deciso “Appena la cupola si aprirà, ci divideremo e qualsiasi cosa succeda, attenetevi al piano che abbiamo studiato”. Tutti annuirono seri e in silenzio… tranne che per uno strano brontolio improvviso… “Scusate, oggi ho saltato la merenda e ho un po’ fame!” disse Giacomino sfoderando la sua classica faccia tosta. Alzando gli occhi al cielo, Iride si girò ed esattamente come il giorno prima, appoggiò il Cavo Magico alla cupola.
La consapevolezza faceva davvero la differenza: nel punto dove il Cavo toccò lo spesso mantello grigio si aprì un passaggio perfettamente circolare.
“Forza, si parte!” disse Iride continuando a sostenere il Cavo Magico, mentre la sua squadra entrava finalmente nel Regno di Statica.
“Questo è il momento di tornare a volare” disse la fata Eolica con un gran sorriso “e per me di mettermi al lavoro: buona fortuna ragazzi!” disse Giacominio, e con un grosso sacco a testa sulle spalle si misero in cammino, rispettivamente verso il cielo di Statica e verso le case del Paese.
Contemporaneamente Iride e Shukko risposero “Buona fortuna a voi!” e si incamminarono verso la collina del castello.
Il piano era molto semplice. La fata Eolica si sarebbe occupata dei grandi: dal cielo avrebbe fatto piovere su ogni casa un bigliettino che, con la scusa di una sopresa magica, invitava gli abitanti del Regno a radunarsi nella piazza principale.
Giacomino invece si sarebbe occupato dei bambini. Quando il giorno precedente Iride aveva ricevuto il dono della consapevolezza si era resa conto che i bambini erano la chiave del loro piano. I più piccoli, infatti, erano gli unici a non aver mai visto l’energia: la consapevolezza di quanto fosse un dono prezioso era già dentro di loro. Sarebbero stati i bambini i vigili dello spreco, insegnando ai grandi come utilizzare la luce e il caldo in maniera virtuosa.
Giacomino quella sera avrebbe svegliato ogni bambino di Statica, lasciando sui davanzali delle loro camerette un brillino dello Gnomo Led o una fiammella della Palude del Gas.
Nel frattempo, Iride e Shukko erano giunti alle porte del castello. Shukko si aspettava un ponte levatoio con tanto di fossato di coccodrilli con cui combattere.
Iride semplicemente si sporse verso il grande portone e suonò il campanello.
“Chiiii èèèèè?” L’inconfondibile voce della Strega Tensione li raggiunse dal citofono. “Pizza a domicilio!”
“Non ho ordinato nessuna pizza!”
“E’ un regalo dei suoi sudditi Maestà! Per ringraziarla dello splendido lavoro degli ultimi anni”
“OH! Quegli ingrati finalmente si sono resi conto di quanto valgo! Vi apro!” … e CLACK! Il portone si aprì.
“Non riesco a credere a quello che ho appena visto” disse Shukko esterrefatto “Nessuno sa dire di no alla pizza!”
E ridacchiando si addentrarono in un lungo corridoio dal soffitto altissimo. Cercando di fare meno rumore possibile si avvicinarono all’unica stanza illuminata. Sbirciando all’interno si presentò loro una scena decisamente buffa. Tensione se ne stava seduta su una grande poltrona con la faccia impiastricciata di una crema rosa e due grossi cetrioli sugli occhi. Proprio sul mobile di fronte alla poltrona, sconsolato, se ne stava il povero Re Fosco. Il vecchio barattolo nel quale la strega lo aveva rinchiuso era stato sostituito da una gabbietta con tanto di casetta e ruota come quella di un criceto. Nello scorgere i due sconosciuti, il piccolo sovrano uscì dalla casetta urlando “AAAAAAIUT...” ma non completò la frase perchè Iride e Shukko si sbracciarono il più possibile per suggerirgli di stare in silenzio.
“Noioso di un Re, come ti permetti di disturbare il mio rituale di bellezza? Vuoi che mi vengano le rughe?? Se continui ad essere così fastidioso posso sempre sostituirti con un canarino!”
“Oh no mia regina, è che ho sentito che della pizza è in arrivo” rispose Re Fosco con una vocina piccola piccola “...e speravo di poterne assaggiare almeno un pezzettino…”
“Vedremo!” rispose la Strega tornando immobile sulla sua poltrona.
Sempre in punta di piedi, Iride e Shukko perlustrarono la stanza. Tutti sapevano che il potere della Strega Tensione dipendeva dal suo anello magico, che però andava ricaricato ogni giorno. Con un po’ di fortuna la strega poteva esserselo sfilato proprio durante la maschera di bellezza rigenerante. Mentre Iride cercava la presa di corrente con l’anello in ricarica, Shukko si era precipitato alla gabbia per far uscire Re Fosco.
“Trovato” disse Iride a Shukko solo con il movimento delle labbra.
“Vai è il tuo momento” rispose Shukko, sempre in maniera muta ma alzando i pollici in segno di incoraggiamento. Iride sfilò il Cavo Magico dalla borsa ma giusto un attimo prima di avvolgerlo attorno all’anello sentì “E voi chi diavolo siete???”.
La Strega Tensione si era alzata dalla poltrona, brandendo i due cetrioli che prima teneva sugli occhi. Cercò di avvicinarsi a gran passi alla presa di corrente dove Iride armeggiava con l’anello, ma Shukko fu prontissimo: prima che potesse reinfilarlo e recuperare i suoi poteri, le fece lo sgambetto! Fu questione di un attimo: mentre Iride collegava il Cavo Magico all’anello, la strega fece un grosso ruzzolone proprio sul tappeto regale, impiastricciandolo completamente.
“Etchù! Maledetti! Etchù!” Inveiva la Strega, ma ormai era troppo tardi: il Cavo Magico era stato collegato. In un istante si trovarono al buio.
Pur essendo cresciuta nella penombra, quello era il buio più buio che Iride avesse mai visto. Shukko sentiva rumori strani, ma non riusciva a distinguere quello che stava succedendo, fino a quando intravide nella stanza un bastone luminoso famigliare. “Mastro Lumen!” urlò Iride correndogli incontro “Non capisco, abbiamo eliminato l’anello della strega ma la luce non è tornata!”
“Per ora accontentiamoci di questa” e picchiando due volte il bastone a terra la stanza si illuminò. Della strega era rimasto solo il segno sul tappeto della maschera di bellezza. Tensione era sparita: avendo perso i poteri dell’anello sapeva di non poter fare altro che darsela a gambe il più in fretta possibile. Re Fosco invece era tornato di dimensioni normali e non la smetteva di ringraziare
“Grazie, grazie! I miei eroi!”
“Fosco! Credo che tutta questa storia ti sia servita da lezione: cosa pensi di aver imparato?” disse Mastro Lumen
“A non mangiare più le patatine davanti alla tv??!” Rispose Re Fosco che venne letteralmente fulminato con lo sguardo. “...Scherzavo!”
“Credo che da qui in avanti avrai bisogno di aiuto per gestire al meglio il Regno” continuò Mastro Lumen “e saranno proprio i bambini ad aiutarti, diventeranno i tuoi nuovi consiglieri, non era questo il tuo piano Iride?”
“In realtà sì, ma secondo il mio piano la luce sarebbe tornata da sola e invece siamo a sempre al buio” rispose Iride sconsolata.
“Ne sei sicura? Prova ad affacciarti al balcone...”
I tre si diressero verso la balconata del castello. Proprio da dove la Strega Tensione aveva controllato e tenuto sotto scacco il Regno Iride, Shukko e Mastro Lumen si trovarono davanti uno spettacolo meraviglioso. I grandi si erano radunati nella piazza, seguendo l’invito lasciato dalla fata Eolica. C’erano tutti! Anche se distante, Iride poteva riconoscerli uno a uno: la sua maestra, Arturo il giornalaio, la Fata Eolica e finalmente Nonna Alice. Ma non era finita. Dalle vie laterali della piazza avanzavano dei puntini luminosi multicolore e delle piccole fiammelle blu: stavano arrivando i bambini, portando tra le mani l’energia che gli era stata donata. A capo del mini battaglione luminoso c’era ovviamente Giacomino, con un sorriso da guancia a guancia. Anche i più piccoli erano tutti presenti: persino le PrittyPrettyGrey erano in testa ad una fila porgendo i loro brillini. Benchè ciascuno di loro portasse con sé solo una piccola fonte di luce, tutti insieme illuminavano la piazza a giorno liberandola dal grigio, rivelando le vere tinte di ogni oggetto e di ogni viso. I colori erano sempre stati lì, ma finalmente la luce dava la possibilità agli abitanti di Statica, di poterli ammirare in tutte le loro sfaccettature.
Iride corse a perdifiato dalla collina del castello fino alla piazza. Facendosi strada tra la gente, trovò nonna Alice e le saltò al collo.
“Ero sicura che ce l’avresti fatta bambina mia!” le sussurrò Nonna Alice commossa...“E per Irideeee! Hipp-hipp Hurràààà” urlò Giacomino ...e sebbene il Regno di Statica fosse in preda allo stupore, per la fine della penombra, per il cielo sopra di loro, per l’energia dei loro bambini, dalla piazza si alzò un lungo applauso per quella strana ragazzina che aveva messo fine al periodo più grigio della storia del Regno.
Qualche ora più tardi, mentre la città aveva ripreso la quiete della notte, vegliata da un cielo stellato, Iride e Shukko se ne stavano seduti nel giardino di Nonna Alice. Schiena contro schiena e con il naso in sù, contavano le stelle e godendosi tutte le sfumature di blu della notte.
“Pensi che la Strega Tensione tornerà, Shukko?”
“Spero di no, ma la verità la sai anche tu: il suo ritorno non dipende da lei. Dipende da noi.”
“Ora che l’energia è tornata, sarà nostro compito averne cura, custodirla, farla risplendere ogni giorno di più. Ed evitare ad ogni costo che venga sprecata. Pensi che ce la faremo?”
“Oh, vedrai, insieme troveremo il modo”.
E sorridendo tornarono a contare le stelle.